Sempre di più ci si rende conto di quanto i ragazzi di oggi (sempre più precocemente) si approccino alla sessualità, di quanto notizie, informazioni, immagini siano sempre più fruibili e reperibili semplicemente dal web, ma questo non viene accompagnato da un’adeguata informazione. Questo porta a pensare che quello che si vede su internet sia la sola ed unica realtà, che quello che si legge sui blog e sui forum, qualsiasi blog e forum sia la verità, anche perchè manca la possibilità di confronto con qualcos’altro…o qualcun altro.
I ragazzi, sin dalla preadolescenza, sentono il bisogno di qualcuno con cui confidarsi e hanno anche bisogno di un riscontro sul proprio fisico – come afferma la professoressa Ferraris nel suo libro “Tuo figlio e il sesso” – e ancora di qualcuno che risponda alle domande: “sono bella? “è tutto regolare?” “sono attraente?”. Il rischio di rivolgersi ad internet è quello di trovare delle risposte anche a queste domande e a queste esigenze non genuine e con degli scopi da parte di alcuni, che esulano dall’amicizia, ma che puntano purtroppo ad altro.
È importante invece che i ragazzi, in realtà già da bambini, capiscano che i genitori possono essere dei punti di riferimento anche in questo senso e anche su questo argomento. Sin dalla più tenera età infatti, le curiosità su come è fatto il proprio corpo e sulle differenze tra maschi e femmine affollano la mente dei bambini. È perciò importante che capiscano da subito, che si può parlare di queste cose, che si può chiedere di sesso e che avranno delle risposte. Chiaramente le risposte che i genitori daranno occorre che siano proporzionate all’età del proprio figlio sia per quanto riguarda i particolari, sia per quanto riguarda la terminologia: il concetto del semino messo nella pancia della mamma va bene fino ai 5 anni, ma non sarà sicuramente efficace per un preadolescente. E così nella differenza tra maschi e femmine bisognerebbe evitare di instillare nella bambina la convinzione che in quanto femmina “manca” di qualcosa, ma solo che ha delle parti intime fatte in modo diverso rispetto ai maschietti.
Il problema sorge infatti proprio quando è il bambino a fare delle domande di questo genere (e le fa perché è curioso e ha voglia di conoscere) e trovando degli adulti poco recettivi e un po’ intimiditi capisce che certe cose non si dicono o che comunque non avrà risposta alle sue curiosità. Allora tenderà a non chiedere più cercando risposte nei coetanei (che peraltro ne sanno quanto lui) e su internet, costruendo delle teorie tanto fantasiose quanto pericolose. Cominciare a rispondere alle domande sin da subito, al contrario passerà il messaggio che non c’è niente di male a parlare anche di sesso e di sessualità, che essere curiosi in questo senso va bene e che i genitori saranno sempre a disposizione per chiarire dubbi e perplessità e per un confronto, anche rispetto a quello ascoltato dai propri compagni e visto su internet.
D’altra parte bisogna porre attenzione a non cadere nell’eccesso opposto: chiedere troppo, voler sapere troppo, essere invadenti in questo senso. Anche questo, allo stesso modo del creare un tabù intorno all’argomento “sesso”, può provocare una chiusura da parte del ragazzo che si sentirà estremamente invaso dall’adulto e avrà difficoltà a chiedere e confidarsi. Il genitore dovrebbe essere una presenza visibile, ma non intrusiva, che c’è ogni qualvolta il ragazzo ne senta l’esigenza, senza imporre la sua presenza, in un’età in cui per altro si fatica per scrollarsi di dosso la presenza dei genitori per crearsi una propria identità.
Tutto questo si potrà verificare in modo più semplice e lineare solo se i genitori prima di tutto vivono in tranquillità e serenità la sessualità e non hanno la concezione di quest’argomento come un discorso da evitare, fuggire e negare; se questo è presente, è necessario che si coltivi con i propri figli un rapporto di fiducia anche su questo fronte, sin da subito: rapporto di fiducia, che ovviamente non prevede risposte del tipo “Ne parleremo quando sarai più grande”, ma che al contrario preveda sempre delle risposte in cui si utilizzi un linguaggio che cresca di pari passo con il ragazzo
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